A voler pareggiare il conto potrei aggiungere che queste idee sembrano proprio frutto della provvidenza che in stane maniere mi ha portato da una semplice critica ad un gioco di ruolo ad una complessa discussione e alla conoscenza di nuovi amici, senza escludere il ritrovamento di alcuni vecchi (in senso buono, anche io ho i miei annetti sulle spalle!).
Tra le cose di cui ho maggiormente parlato ultimamente c'è sicuramente la annosa diatriba tra improvvisazione e preparazione, che vuole essere il tema di questo post.
Tra le mie frasi ricorrenti c'è: "ci si può preparare ad improvvisare" e "si può imparare ad improvvisare".
Io personalmente non mi ritengo bravo ad improvvisare, ma volente o nolente, facendo il master prima o poi mi tocca e fortuna vuole che finora non ho mai ricevuto critiche su quell'aspetto.
Sicuramente quando improvvisavo qualcosa negli anni 90 lo facevo in modo peggiore di come lo faccio adesso (se mai riuscirò a trovare i giocatori per finire la campagna di MOTW avrò lo spettro completo delle tre situazioni, preparato, 50/50, improvvisato) e questo mi porta a pensare che in qualche modo io abbia imparato ad improvvisare.
Visto che di mestiere faccio il progettista software farò un analogia con il mondo dell'informatica, consapevole che in pochi capiranno (ma un amico un giorno mi ha detto che generalmente chi fa i giochi di ruolo o è un informatico o ha una grande cultura, escludendomi dalla zona della cultura ^__^).
Quando si va a scuola per impare a scrivere programmi software la direttiva è: prima pensa, poi tracciati uno schema e quindi implenta il codice. Spesso e volentieri chi fa software omette le prime due parti e scrive il codice di getto. Questo equivale ad improvvisare. Quando si improvvisa nel software si giunge quasi sempre a due conclusioni: non va una maz. ehm non va niente oppure tutto funziona bene. Quello che fa la differenza è che chi improvvisa senza avere le skill necessarie a farlo finisce quasi sempre a produrre qualcosa che ha lacune, chi invece improvvisa perchè la forza è sua alleata (leggi: ha le skill necessarie) ottiene un successo.
Nei casi di successo dove sono andate a finire le buone direttive del professore delle superiori? Non servivano allora?
La risposta è semplice, sono nella mente dell'improvvisatore.
Con questo esempio voglio quindi sostenere la tesi che non esiste un improvvisazione senza preparazione è solo che chi è bravo ad improvvisare ha in se la capacità di preparare le cose che gli servono in un tempo così piccolo che può essere fatto sul momento.
E' un bagaglio di competenze che gli derivano da anni e anni spesi a giocare e a masterizzare i giochi di ruolo. La prima volta ha dovuto preparare un sacco di roba, poi via via sempre meno e normalmente non ha nemmeno bisogno di tanto preparato per fare sessioni soddisfacenti.
Voglio però tornare all'esempio informatico. Tra le mansioni che ormai storicamente svolgo per le aziende per cui lavoro, c'è l'addestrare i neo assunti. Non mi sognerei mai di dire a loro prima pensa, poi tracciati uno schema e quindi implenta il codice, ma sarò sempre pronto a suggerirglelo quando gli proporrò qualcosa che so che va oltre alla loro capacità di improvvisare il codice. Io stesso in rari casi mi traccio schemi prima di partire a testa basta (le rare volte che devo scrivere codice per un progetto difficile nelle rare volte che scrivo codice ultimamente).
Anche nei giochi di ruolo vale lo stesso, si può improvvisare solo fino al limite della nostra improvvisazione, ma quando si affrontano situazioni complesse che vanno oltre le nostre capacità occorre gioco forza fare della preparazione.
E' quindi realmente necessario scegliere la metodologia? Assolutamente no.
Va però fatto un distinguo, ci sono giochi che volenti o nolenti obbligano alla preparazione, perchè preparazione non è solo trama e PNG è anche statistiche. In quei giochi che sommergono di statistiche (come D&D) occorre preparare almeno quelle. Altri giochi hanno sistemi così scarni che obbligano all'improvvisazione. Purtroppro però non si improvvisa l'improvvisazione! Allora come può fare il neofita a prepararsi all'improvvisazione?
Si possono inizare a studiare alcune tecniche e spulciando in questo blog troverete qualche consiglio utile. Se volete però una voce più autorevole vi suggerisco: Robin's laws of goog game mastering.
I passi che suggerisce sono i seguenti:
- Rilassati
- Immagina la cosa più ovvia che possa accadere
- Immagina la sfida più avvingente che possa essere proposta
- Immagina la cosa più sorprendente che possa avvenire
- Immagina la cosa più piacevole per i giocatori
- Scegli una tra 2 e 5
- Pensa alle conseguenze
Di base ritengo che improvvisare tutto sia fallimentare tanto quanto preparare tutto prima. Come in molti aspetti, una buona via di mezzo è quello che serve. In questo caso specifico però, a mio modo di vedere, non serve trovare esattamente il punto medio tra i due estremi, bensì è necessario spostare l’asticella sui tre quarti in direzione della preparazione. Questo non vuol dire mettere la storia sul binario (e nemmeno sui binari) ma preparare accuratamente una scenografia all’interno della quale i PG si muovono in piena libertà (struttura di tipo sandbox). Perchè? Beh, per 2 motivi principali, il primo lo hai già esposto te giustamente, il secondo è anche più immediato, ovvero di solito le cose pensate, soppesate, valutate ecc risultano più divertenti e avvincenti. Inoltre se, mentre giochi, ti viene un’idea geniale, sei sempre a tempo ad improvvisarla su due piedi, viceversa se avevi pensato di improvvisare tutto poi è troppo tardi per le valutazioniE qual'era il primo motivo che avevo detto io? Questo:
Io ad esempio cerco di ridurre l’improvvisazione perchè ho l’impressione che molti giocatori con cui ho a che fare si sentano più “tranquilli” sapendo che non sono io a decidere al volo le conseguenze delle loro azioni, ma un confronto tra la loro azione e quanto previsto dall’avventura.Quest'ultima frase so che si presta a polemiche. Ma le polemiche non spaventano chi è convinto delle proprie idee.
Io mi schiero dalla parte dei 3\4 di preparazione, 1\4 di improvvisazione. Personalmente ho sempre avuto pessime esperienze con chi predilige l'improvvisazione, qualche pensiero sparso:
RispondiElimina- Gli unici TPK che abbia mai "subito" sono stati causati da, chiamiamoli cosi', improvvisatori. La costante di ognuno di questi TPK e' stata, non a caso, il calcolo spannometrico della difficolta' dell'incontro che pero' era errato proprio per l'assenza di preparazione.
- Scarsa consistenza dell'avventura. Mi e' spesso successo che, dicendo di voler tornare dal PNG incontrato due sessioni prima il master mi guardasse con il punto interrogativo stampato sulla faccia: non se ne ricordava, non ricordava neanche cosa ci avesse detto ed era necessario improvvisarlo di nuovo.
- A complemento di quanto detto sopra, i buchi nella trama. Proprio perche' il master improvvisava, accadeva in piu' occasioni che i nuovi eventi contraddicessero quelli accaduti nelle sessioni precedenti perche' il master semplicemente non ricordava esattamente cosa fosse accaduto, generando confusione nei giocatori.
- Immersione altalenante, ovvero a tratti il master riesce a coinvolgere assai bene i giocatori perche' ha delle idee chiare su quella parte dell'avventura che stan giocando mentre in altri momenti ogni cosa viene trattata con molta superficialita' perche' non sa esattamente cosa dire o fare.
In quindici anni di gioco solo con due improvvisatori, sulla decina che ho conosciuto, sono stati a mio parere in grado di creare avventure divertenti da giocare.
Per chi non è avvezzo agli acronimi, TPK = Total Pary killed ossia tutto il gruppo ucciso.
EliminaIo una volta ho improvvisato un PNG di una locanda, poi dopo alcuni mesi di gioco i giocatori sono tornati in quella locanda ed io ho passato tutto il tempo temendo di non riuscire a fare il PNG allo stesso modo della prima volta. La cosa più bella che mi hanno detto i giocatori è stato: "Sei troppo bravo, lo hai fatto come l'altra volta!". In realtà io so che mi è andata di cul... bene.
Quando l'anno rifatto dopo un altro paio di mesi, l'oste precedente era morto sostituito dal figlio PNG ben definito e preparato!
Effettivamente il parallelismo con il software ci sta bene, ma a me ha iniziato la maestra alle elementari a dirmi "prima di scrivere il tema, fai un elenco di punti che vuoi trattare". Beh, questa è l'essenza del sistema sandbox che sto usando io nelle mie campagne e che mi sta dando degli ottimi risultati.
RispondiEliminaPreparo l'ambientazione, la geo-politica, alcuni png di rilievo, alcune quest e sparpaglio tutto qua e là. Se i pg vanno dove ho previsto che c'è una quest, bene, altrimenti stanno senza quest hehe.
Inoltre ho anche imparato a prendere appunti in real time. Così, riprendendo il tuo esempio, se oggi mi vedo costretto ad improvvisare un nuovo PNG di una locanda, quando e se fra mesi i PG torneranno nella stessa locanda, quel png non sarà più improvvisato grazie agli appunti che mi sono preso oggi ;)
ps: grazie per avermi citato nell'articolo :)
Effettivamente il tema era un esempio più classico, ma poi non avrei potuto fare l'esempio successivo visto che nessuno "scrive temi" fuori dalla scuola...
EliminaL'appunto è sempre cosa buona e giusta (e sono quasi sicuro di averlo scritto da qualche parte nel blog, ma ormai sta diventando difficile trovare i riferimenti) però ho notato che alcuni giocatori, accorgendosi che scrivevo e che quindi il PNG era immprovissato, cambiavano atteggiamento. Forse sono solo paranoie...