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giovedì 28 giugno 2012

Max Enrst e la scrittura automatica

Sono appena ritornato da una splendida, supper breve, vacanza a Madrid e come spesso mi succede in questi contesti trovo spunti ed idee che mi riconducono al mondo dei giochi di ruolo.
La mia formazione tecnica, non mi garantisce una approfondita conoscenza delle tematica riguardanti la storia dell'arte, nonostante questo l'interesse per la letterature, la storia, la mitologia e tanto altro ancora, ad essa legato, mi mette nella posizione di studente amatoriale dell'arte.
Questa premessa mi è necessaria per scusarmi anticipatamente per la leggerezza con cui tratterò gli argomenti di questo post.
A Madrid si trova il museo nazionale centro d'arte Reina Sofìa e in questa pinacoteca si trovano dipinti di arte moderna. Come saprete questo tipo di pittura ha un carattere nascosto ed è pressochè impossibile comprendere l'opera di fronte senza la giusta chiave di lettura.
Tra gli autori presenti si trova Max Ernst (immagine presa da questo sito) con il suo oiseaux rouges. La tecnica da lui inventata (ma conosciuta già ai tempi dei greci) è semplice: si prende una superficie e gli si passa sopra una matita, le irregolarità della superficie portano in risalto dei segni che l'occhio umano cerca di organizzare in figure comprensibili. L'epifania quindi di scoprire dalla figura tratteggiata dal caso un qualcosa di familiare (nel caso del dipinto dei volatili) porta l'autore ad elaborare un dipinto (frottage).
Se avete resistito sin qui, sarete curiosi di sapere come faccio io a vederci qualcosa di legato al mondo dei giochi di ruolo. Ve lo svelo subito.
Non appena ho letto di come era stato realizzato il dipinto ho pensato subito, instantaneamente, al processo di creazione di un'avventura. O per essere più precisi di parte di essa.
Tante volte ho iniziato la scrittura di un'avventura con un'idea di base della trama e poi ho riempito il tutto prendendo quest ed elementi casuali (leggete ad esempio "idee per quest e il sale per renderle memorabili" e "all'opera tramite gli hooks") e questo modo di operare lo trovo del tutto simile all'atto che fa l'autore del dipinto.
Così come il pittore da figure casuali determina un ben definito soggetto, allo stesso modo usando elementi casuali creiamo delle ben definite avventure.
Ernst vedeva in questa tecnica una risposta alla tecnica letteraria della scrittura automatica e ancora una volta mi stupisco di come il caso provveda a darmi una strada da percorrere fruttuosa per le idee. Se infatti fossi partito dalla scrittura automatica non sarei arrivato a nessuna associazione con il momento creativo dettato dal caso. Io penso che il metodo di Ernst non sia per niente una risposta alla scrittura automatica. La scrittura automatica, se non consideriamo possibilità legate al divino o alla parapsicologia, è un processo di finta ricerca di casualità. La persona si suggestiona a tal punto dal credere di scrivere cose a caso ma in realtà sono cose inconsciamente volute. Altro paio di maniche trovarsi davanti ad un hook, qualche mostro, un luogo e qualche PNG e cercarci un nesso per scrivere un qualcosa di coerente e di godibile.
Detto questo chiudo la divagazione, presto tornerò a lidi più consoni al blog.

2 commenti:

  1. Lidi più consoni? L'aiuto alla scrittura di avventure a mezzo di hook, dizionari, carte di propp eccetera mi sembra un tema sempre caldo e attuale nel mondo del gdr, spero che tornerai sul tema!

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  2. l'aiuto alla scrittura di avventure è sicuramente un tema in linea con questo blog è la divagazione sull'arte moderna che è leggermente fuori tema (visto anche la mia più che elementare competenza in materia).
    Mi incuriosisce invece la connessione dizionario <-> creazione avventura. Mi dai qualche spunto in più?

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